L’ Ipnosi regressiva è pericolosa?
In questo articolo vedremo nel dettaglio cosa sia l’ ipnosi regressiva, e sotto quali aspetti possa essere pericolosa.
Premessa
Abbiamo riscontrato che sul web si trovano varie opinioni, e punti di vista su tale argomento, (validi e non).
Ma tuttavia la maggior parte di essi sono fini a se stessi, infatti l’ argomento è spaccato tra psicoterapeuti, ipnotisti e Life Coach.
Tuttavia, bisogna sempre andare all’origine della materia affinché si conosca la verità.
Dunque per spiegare se l’ ipnosi regressiva è pericolosa, partiremo dalla storia di questa affascinante tecnica di ipnosi.
Ma prima di arrivare al nocciolo della questione, e bene fare una premessa: L’ ipnosi regressiva,
non è un metodo scientifico.
Tale premessa lascia intendere, che anche se tu sia: un medico, uno psicologo, o lifecoach, ti stai affacciando ad un campo che non è scientifico.
Dunque tutta la diatriba su l’uno o l’ altro metodo, più o meno efficace o pericoloso, non ha nessuna valenza scientifica.
Quindi, indipendentemente che l’ ipnotista o l’ ipnoterapeuta, creda o meno nelle vite precedenti, sia o meno laureato in medicina o psicologia.
Non rende più sicuro il metodo di per sé, dato che il metodo che sta usando, non è scientifico.
Ovviamente ciò non equivale a dire che non sia efficace, ma che niente si può affermare con certezza in tal senso.
Visto che il nostro è anche un blog di informazione, tale precisazione era doverosa.
Detto ciò, non ci resta che capire da dove provenga l’ ipnosi regressiva, e in cosa consiste.
Breve storia sull’origine dell’ipnosi regressiva.
Non è facile stabilire con certezza quali sia la storia sull’ origine del ipnosi regressiva, tuttavia però abbiamo alcune testimonianze storiche.
Infatti vi sono testimonianze risalenti al 700 a.C, che parlano del concetto di regressione nella filosofia yoga.
Ed è proprio da tali pratiche, che prende vita il concetto di reincarnazione e ciclicità dell’esistenza, così come la conosciamo in oriente.
Ma vi sono anche testimonianze sull’ ipnosi regressiva, che riguarda la filosofia occidentale.
Infatti i filosofi greci come Platone e Socrate citavano nelle loro opere, ricordi riaffiorati durante lo stato di Trance.
Ovviamente anche in questo caso, tale pratica antica, ha contribuito alla credenza nella reincarnazione, tra i filosofi dell’antica grecia.
Tuttavia il primo utilizzo dell’ipnosi regressiva in campo clinico e terapeutico è da attribuire a Milton Erickson.
Vi è da precisare però che Erickson non credeva nelle vite precedenti, poiché era un uomo con una forte inclinazione scientifica.
Non si può però negare che l’ ipnosi sia stata utilizzata per migliaia di anni, per fini spirituali.
Successivamente, tale pratica fu riadattata a scopo clinico e terapeutico, e poi inizialmente accantonata dalla psicoanalisi.
Essendo più difficile da studiare, i processi mentali di chi vi si sottopone, data la natura soggettiva dell’esperienza.
Considerazioni
Ed è proprio questo che ci interessa di più in questo ambito, la valenza soggettiva di un’esperienza.
Infatti più che la sua riscontrabilità o meno sul piano oggettivo, riteniamo che tale esperienza sia del tutto personale, dunque a nostra soggettiva interpretazione.
Anche se si ritiene di aver visto un evento di vita passata, o si crede che sia frutto della nostra immaginazione, ha un significato personale.
Ed è sempre valido ai fini della nostra consapevolezza di sé.
Ovviamente bisogna sempre andarci con i piedi di piombo, senza farsi condizionare troppo da ciò che si ricordi, una volta tornati vigili.
Ma ciò su cui riteniamo valga la pena soffermarsi, e sul significato e sul messaggio, che il nostro inconscio ci ha mostrato attraverso tale esperienza.
Quando l’ ipnosi regressiva è pericolosa?
Tale pratica può divenire a nostro parere pericolosa, quando si inizia ad ossessionarsi su ciò che si ha ricordato durante la sessione.
Infatti indipendentemente dal fatto che si tratti di eventi veritieri, e che l’ipnosi sia avvenuta in modo corretto, è importante non perdere la lucidità.
Successivamente (se si ha la possibilità) constatarne l’ autenticità dell’evento “riemerso”
con altri strumenti.
Questo poiché vi esistono casi di persone, che dopo essersi sottoposte all’ ipnosi regressiva, iniziano a condizionare la propria vita, sulla base dei ricordi affiorati.
Dato che non abbiamo nessuna intenzione di usare l’ ipnosi come strumento di coercizione, ai fini di installare una qualsivoglia credenza.
Ebbene mantenere un approccio razionale, sui ricordi che affiorano durante le sedute.
Bisogna considerare dal nostro punto di vista le esperienze in ipnosi come qualcosa di puramente soggettivo, è che in tal senso, non può essere accostato alla realtà oggettiva.
Su questo punto ci soffermeremo maggiormente in un altro articolo.
Per ora vi basti sapere, che quando si è in ipnosi più che chiedersi se sia o meno reale, bisogna solo lasciarsi andare.
Evitando di soffermarsi troppo sulle nostre percezioni, poiché se c’è qualcosa che dobbiamo comprendere, lo faremo anche in modo inconsapevole.
Conclusione
In questo articolo abbiamo affrontato tale argomento, per capire in che modo l’ ipnosi regressiva possa essere pericolosa.
Se vuoi approfondire sull’ipnosi regressiva, premi il pulsante qui sotto.
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